Valle delle Cannuccete

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A pochi chilometri dal centro abitato di Castel San Pietro Romano si sviluppa la Valle delle Cannuccete, un’area naturale protetta che si estende per circa 20 ettari, dichiarata Monumento Naturale dalla Regione Lazio nel 1995.

Il parco accoglie una variegata quanto pregevole quantità di specie faunistiche e floristiche che rappresentano specificamente le tipicità del paesaggio collinare e submontano laziale.

Di notevole interesse la quercia detta ‘del Palestrina’, un ‘gigante’ che raggiunge i 22 metri di altezza con una circonferenza del tronco pari a 6,23 metri.

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La tradizione vuole che l’albero sia stato compagno del grande
compositore rinascimentale Giovanni Pierluigi da Palestrina, il quale si sarebbe recato proprio all’interno della macchia delle Cannucceta a cercare ispirazione per le sue composizioni e ristoro dalla calura.

 

In virtù di ciò la quercia dovrebbe avere più di 500 anni.All’interno del parco sono presenti le sorgenti dell’acquedotto romano delle Cannucceta che ha rifornito la città di Praeneste dall’antichità fino agli anni
Settanta del secolo scorso. La sua costruzione si data probabilmente al VI secolo a.C., in concomitanza con
la realizzazione delle fortificazioni della città in opera poligonale.

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Il condotto, che raggiunge una lunghezza
di 2560 metri, è stato scavato con la tecnica di origine greco-orientale dei due cunicoli contrapposti che si
dirigono, a progressione cieca, fino al punto del loro incontro.

La tradizione vuole che l’albero sia stato compagno del grande compositore rinascimentale Giovanni Pierluigi da Palestrina, il quale si sarebbe recato proprio all’interno della macchia delle Cannuccete a cercare ispirazione per le sue composizioni e ristoro dalla calura.

In virtù di ciò la quercia dovrebbe avere più di 500 anni.All’interno del parco sono presenti le sorgenti dell’acquedotto romano delle Cannuccete che ha rifornito la città di Praeneste dall’antichità fino agli anni Settanta del secolo scorso. La sua costruzione si data probabilmente al VI secolo a.C., in concomitanza con la realizzazione delle fortificazioni della città in opera poligonale.

Il condotto, che raggiunge una lunghezza di 2560 metri, è stato scavato con la tecnica di origine greco-orientale dei due cunicoli contrapposti che si dirigono, a progressione cieca, fino al punto del loro incontro.